Personaggi famosi con le emorroidi

VIP con le emorroidi: anche i ricchi piangono!

Tanti i personaggi famosi alle prese con questo spiacevole problema

Le statistiche mediche più recenti ci dicono che, entro il compimento del cinquantesimo anno di età, una persona su due dovrà fare i conti con le emorroidi. Un problema dunque estremamente diffuso, e se pensate che il destino sia stato crudele ad accanirvi su di voi, sappiate che siete in buona compagnia.

O, meglio, in “prestigiosa” compagnia: personaggi famosi del passato e VIP di oggi ne hanno sofferto (e ne soffrono) tanto quanto voi, dal momento che questi problemi proctologici… non guardano in faccia alla fama o al conto in banca!

Ad esempio, lo sapevate che Napoleone Bonaparte fu tormentato dalle emorroidi per quasi tutta la sua vita? Si racconta persino che l’imperatore dei francesi fu colpito da un attacco doloroso così grave durante la battaglia di Waterloo da impedirgli di salire sul suo cavallo per assumere il comando dell’esercito. E il resto, si sa, è storia…

Di emorroidi suo malgrado era decisamente esperto anche Karl Marx, che durante la stesura de “Il Capitale” ebbe a che fare con una fase particolarmente acuta del disturbo. “Per finire il libro dovrei perlomeno essere in grado di sedermi,” pare che abbia scritto il filosofo tedesco al suo caro amico Friedrich Engels, “e spero che la borghesia se ne ricordi”.

Poiché le emorroidi tendono ad essere particolarmente frequenti nel genere femminile, non mancano le donne famose colpite dal problema: tra le più celeri ricordiamo Marilyn Monroe, che ne soffrì per tutta la vita senza tuttavia renderlo mai noto, ed Elizabeth Taylor, che sin dall’età adolescenziale ne fu tormentata.

Pare che le emorroidi, infine, siano piuttosto impattanti anche sull’esistenza quotidiana di George Clooney, uno dei sex symbol più celebri dei nostri tempi. Risulta difficile immaginarselo in bagno, alle prese con i ben noti sintomi delle emorroidi… eppure a quanto pare è proprio così, anche se l’attore e regista americano dopo aver tentato (invano) di proteggere la sua privacy si è sempre affidato alla strategia del “no comment”.