Emorroidi esterne e interne: cosa sono, cause, sintomi e rimedi

Le statistiche mediche più aggiornate parlano di una diffusione estremamente capillare dei problemi di emorroidi: secondo l’autorevole Gale Encyclopedia of Medicine, nei paesi industrializzati circa il 50% della popolazione di età superiore ai cinquant’anni soffre, o ha sofferto in passato, dei sintomi tipici di questa patologia anorettale.

A causare questo fenomeno sono principalmente le abitudini quotidiane irrispettose della nostra fisiologia: pur essendoci evoluti per percorrere ogni giorno a piedi lunghe distanze e consumare molti alimenti di origine vegetale, spesso la frenesia degli stili di vita occidentali ci “obbliga” al consumo di cibi raffinati e poveri di fibre e al poco moto dovuto alla crescente sedentarietà del lavoro.

Ciò si traduce pressoché inevitabilmente in fenomeni di stitichezza cronica, nemica numero uno delle emorroidi, poiché l’espulsione di feci dure e consistenti determina impatti decisamente negativi sulla salute della mucosa anorettale.

Cosa sono le emorroidi

Ma facciamo, innanzitutto, un passo indietro. Cosa sono le emorroidi e perché possono diventare talmente problematiche?

In condizioni di normalità, non ci accorgiamo nemmeno dell’esistenza delle emorroidi, piccoli cuscinetti vascolarizzati situati nella parte terminale del retto. Eppure, con la loro capacità di aumentare e diminuire di volume grazie alla regolazione del flusso di sangue che le irrora, queste strutture anatomiche giocano un ruolo fondamentale ai fini della continenza dello sfintere, supportandolo nell’impedire il passaggio di liquidi, solidi e gas. Meno male, quindi, che ci sono le emorroidi!

Purtroppo però è difficile ringraziare Madre Natura per averci provvisto di emorroidi, quando esse iniziano a dare problemi. Ciò si verifica in genere quando il meccanismo di aumento/diminuzione del loro volume si inceppa, ovvero i cuscinetti rimangono gonfi e sono quindi molto sollecitati soprattutto durante l’evacuazione.

Emorroidi interne ed emorroidi esterne

Le emorroidi si dividono in due tipologie principali: innanzitutto vi sono le emorroidi interne che, come dice il nome, si trovano più in profondità nel canale anale. Solitamente queste strutture anatomiche non danno origine a dolori perché si trovano in una zona del retto poco interessata dai recettori nervosi; spesso ci si accorge di esse solo perché provocano sanguinamenti se gonfie e infiammate. A causa della loro posizione anatomica possono anche dare origine a prolassi, ovvero sporgere all’esterno del canale anale per effetto del trascinamento dovuto al passaggio delle feci: in questo caso la protrusione dei cuscinetti può essere solo temporanea o, nei casi più gravi, permanente.

Le emorroidi esterne, al contrario, si trovano in prossimità dello sfintere e possono causare dolori piuttosto intensi, oltre che al sanguinamento, data la presenza di abbondanti terminazioni nervose.

Cause principali delle emorroidi

Vi sono diversi fattori che possono portare allo sviluppo di disturbi emorroidari, tra cui in particolare:

A tali fattori va a sommarsi la predisposizione ereditaria: è facile e frequente che in famiglia possano esserci più persone che soffrono di tali disturbi. In più, alcuni sport come equitazione, ciclismo, sollevamento pesi o motociclismo possono aggravare le problematiche emorroidarie laddove esse siano già presenti.

Classificazione delle emorroidi

Per una maggior chiarezza bisogna anche ricordare che non esiste solo un tipo di emorroidi, bensì diverse manifestazioni dello stesso disturbo che vengono distinte in base alla gravità (“classificazione di Banov o classificazione di Goligher”), ovvero:

  • Emorroidi di I grado: si trovano all’interno del canale anale e possono sanguinare, ma non sono prolassate
  • Emorroidi di II grado: durante la defecazione prolassano all’esterno del canale anale, ma in seguito rientrano spontaneamente
  • Emorroidi di III grado: il prolasso che si verifica nel corso della defecazione deve essere reintrodotto manualmente
  • Emorroidi di IV grado: in seguito alla defecazione, i cuscinetti emorroidari non sono più in grado di tornare alla loro posizione anatomica originaria, nemmeno se riposizionati manualmente

In presenza dei sintomi della patologia emorroidaria, è fondamentale rivolgersi a un medico o meglio ancora ad uno specialista in proctologia che saprà fornire le indicazioni del caso per trovare un rimedio mirato al problema.

In genere, nei primi due gradi della patologia è possibile tornare alla normalità attraverso un miglioramento del proprio stile di vita che tenda a favorire la facilità di defecazione e la circolazione sanguigna. Questa, tra l’altro, è anche la strategia vincente per la prevenzione delle emorroidi! Nei casi più gravi, invece, è possibile adottare un approccio di tipo chirurgico per la cura delle emorroidi.

Sintomi delle emorroidi

È importante conoscere i emorroidi sintomi , affinché le necessarie misure possono essere adottate per contribuire a curare questa malattia perchè e piu facile curare le emorroidi all’inizio che quando diventano molto gonfie e sanguinano molto di piu e in questo caso l’unica soluzione per curare le emorroidi è la chirurgia.
Si dovrebbe essere consapevoli del fatto che i sintomi elencati di seguito sono i più frequenti e che la malattia di ogni persona si manifesta in modo diverso.

  • Dolore e prurito nell’ano. È comune avere una sensazione di dolore, fastidio o prurito nell’ano, causata dal gonfiore delle vene nell’ano. Per eliminare il dolore, è necessario ridurre il gonfiore, che può essere fatto con qualsiasi trattamento progettato per questo scopo o con creme che riducono le dimensioni delle emorroidi.
  • Ripetuti sanguinamenti dal retto. Questo è il sintomo più evidente delle emorroidi, mentre che può essere più doloroso e inquietante, poiché il sangue attira sempre l’attenzione. Per verificare se si dispone di sanguinamento rettale, devi solo pulire la zona anale rettale dopo un movimento intestinale. In genere, è probabile che questo è solo un lieve sanguinamento. Questo è perché c’è una lieve irritazione delle vene nel retto e dell’ano, causando emorragie interne o esterne. Se si verifica sanguinamento e consigliato iniziare a curare le emorroidi il piu presto possibile
  • Prurito. L’area interessata è irritata e diventa molto sensibile, quindi è probabile diventare pruriginosa. La ragione perché esso è irritato è perché è difficile pulire la zona dove si verificano le emorroidi. Per alleviare il prurito, è consigliata una corretta e completa pulizia nella zona ano-rettale.
  • Grumi nell’ano. Queste vene gonfie che si trovano nell’ano, sono così perché sono piene di sangue. Queste palline sono formate solitamente quando le emorroidi esterne si sviluppano. Inizialmente partono come piccole sfere che crescono come passa il tempo e quando non è stato fatto nulla su di esso.
  • Dolore insopportabile. Una volta che la raccolta di sangue all’interno di emorroidi si indurisce, quindi il disagio, prurito e dolore si multiplicano al punto da diventare insopportabili.

De hai uno di questi sintomi è consigliato curare le emorroidi il piu presto possibile per non peggiorare la situazione, se non sai come fare ti consiglio di leggere questo libro di Jessica Wright dove spiega in modo dettagliato cosa sono le emorroidi e come curare in modo 100% naturale senza usare medicine o ricorrere alla chirurgia. Inoltre con il sistema Mai Piu Emorroidi che si trova in questo libro potrai eliminare qualsiasi sintomo delle emorroidi in 48 ore e eliminare completamente le emorroidi in meno di tre settimane e prevenire il loro ritorno Garantito e provato da migliaia di persone

Domande frequenti

Ho pensato di unire in una sola pagina le FAQ, le domande più frequenti: vorrei però ribadire ancora che è fondamentale rivolgersi ad un medico per una diagnosi certa, che possa escludere eventuali patologie più gravi o semplicemente tranquillizzarci.

1) Il rigonfiamento dell’ano è sintomo di emorroidi?

Non sempre. Potrebbe essere dovuto solo a uno sforzo eccessivo, che ha causato un lieve gonfiore nella parte intorno all’ano. Se il sintomo persiste e diventa sempre più evidente dopo la defecazione, a cui potrebbe seguire anche dolore e sanguinamento, allora si tratta di emorroidi.

2) Perché le donne soffrono di più di emorroidi rispetto agli uomini?

Perché le donne sono maggiormente soggette a problemi di stipsi che a lungo andare possono favorire la comparsa di emorroidi. Inoltre, un fattore di rischio importante è legato alla gravidanza, durante la quale gli sbalzi ormonali influiscono notevolmente sullo stato del sistema vascolare, e si verifica un aumento della pressione intraddominale dovuto al peso del bambino e allo sforzo del parto.

3) Quali sono le cause che provocano le emorroidi?

Generalmente i fattori ereditari sono una delle principali cause che portano a soffrire di questo disturbo. Ma all’origine delle emorroidi ci sono altre cause come: scorretto stile di vita, disfunzioni intestinali come la stitichezza, cattive abitudini alimentari, abuso di lassativi e sedentarietà.

4) Quali sono i sintomi più frequenti in caso di emorroidi?

Le emorroidi si riconoscono non appena si verificano disturbi quali sanguinamento durante la defecazione, prurito, prolasso (fuoriuscita delle emorroidi dal canale anale) e gonfiore della zona interessata. A volte, però, possono capitare forme asintomatiche di emorroidi, che però vanno trattate ugualmente.

5) Le emorroidi possono guarire spontaneamente?

Può succedere nei casi più lievi, ma è sempre bene rivolgersi a uno specialista per farsi consigliare la terapia più adatta. Cibarsi di alimenti adatti per prevenire o per permettere il riassorbimento delle emorroidi, eliminare gli alcoolici e i cibi speziati e particolarmente elaborati, dedicarsi a una moderata attività fisica quotidiano e utilizzare medicinali o pomate specifici, consentono una più rapida guarigione.

6) Se soffro di stipsi, sarò necessariamente soggetto a emorroidi?

Dipende dal livello di stipsi e da quanto tempo è presente questo problema. Le disfunzioni intestinali portano a un blocco delle feci e a un conseguente sforzo eccessivo durante la loro espulsione che rischia di provocare il rigonfiamento dei cuscinetti emorroidari e la loro fuoriuscita.

7) Dopo un intervento chirurgico è possibile tornare subito a lavorare?

Dipende dal tipo di tecnica chirurgica adottata. In genere, è possibile ritornare alle normali attività quotidiane dopo tre-sei settimane a seguito di un intervento tradizionale (emorroidectomia secondo Milligan e Morgan). Se invece vi sottoponete a tecniche innovative, allora i tempi di recupero sono più brevi: in pochi giorni, una settimana, è possibile riprendere le attività lavorative.

8) A chi devo rivolgermi per una visita specialistica?

Prima di tutto, contattate il vostro medico di fiducia che potrà consigliarvi uno specialista proctologo in grado di formulare una diagnosi completa e proporre una cura efficace. Ci sono ottimi specialisti che lavorano nel settore pubblico!