La patologia emorroidaria è un problema di salute che, se trascurato, generalmente tende a peggiorare con il passare del tempo; tuttavia, trattandolo quando è ancora ad uno stadio precoce, è possibile curarlo in modo efficace attraverso apposite metodiche a ridotta invasività. Ideali per lo scopo sono le tecniche ambulatoriali sotto descritte, eseguite in anestesia locale e a basso impatto sul paziente: ecco dunque le metodiche di cura delle emorroidi più apprezzate per via della loro rapidità e dei brevi tempi di convalescenza, associati a un disturbo minimo in termini di dolore.
Indice contenuto
Legatura elastica
Si tratta di un intervento non invasivo eseguito ambulatorialmente su pazienti in cui le emorroidi sono interessate da prolasso. La tecnica consiste nell’annodare un piccolo anello elastico intorno alla base delle emorroidi allo scopo di bloccare l’afflusso di sangue verso queste ultime. In seguito alla legatura, nel giro di pochi giorni il tessuto finisce col seccarsi e staccarsi da solo in concomitanza con la defecazione; le emorroidi si cicatrizzeranno completamente in una o due settimane.
Laserterapia
Il laser CO2 chirurgico è alla base di questo metodo ambulatoriale per la cura delle emorroidi, che consiste nell’impiego di un potente fascio luminoso per la recisione dei cuscinetti problematici. L’asportazione delle emorroidi mediante laserterapia di norma assicura tempi brevi di recupero poiché i tessuti si cicatrizzano rapidamente e senza perdite di sangue o manifestazioni dolorose.
Scleroterapia
Il metodo consiste nell’iniettare una particolare soluzione chimica all’interno del piccolo vaso sanguigno che irrora il cuscinetto emorroidario: l’azione mirata del liquido fa sì che il flusso dell’arteria si riduca e, di conseguenza, che le emorroidi si riducano progressivamente. Si tratta di un approccio ambulatoriale che dà i risultati migliori in caso di emorroidi di I e II grado, ma la sua efficacia è in genere temporanea, perciò il trattamento facilmente dovrà essere ripetuto a distanza di qualche mese/anno.
Crioterapia
Questo approccio sfrutta l’azione del freddo. Attraverso l’impiego di gas a bassissime temperature (es. azoto liquido) si “congelano” i tessuti emorroidari in modo tale da portare le loro cellule alla necrosi. In seguito al trattamento le emorroidi diminuiranno di volume, si seccheranno e finiranno col distaccarsi; la guarigione è generalmente rapida. Apprezzata soprattutto all’estero, in Italia la crioterapia non è annoverata nelle linee guida delle società colonproctologiche italiane (SICCR e SIUCP) relative alle tecniche adeguate per la cura delle emorroidi poiché non garantisce il controllo totale del trattamento.