Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la stitichezza non è una “malattia” nel vero senso della parola, bensì un sintomo. Una spia d’allarme, in altre parole, di qualcosa che non sta funzionando bene all’interno del nostro organismo e che porta quindi all’incapacità di avere movimenti intestinali regolari e una facile espulsione delle feci.
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Le cause della stitichezza
Proprio perché si tratta di un sintomo e non di una malattia, l’unico modo per risolvere il problema della stipsi alla radice inizia con l’accertarne le cause e, una volta fatto questo, si potrà procedere adottando le soluzioni del caso. Le cause più frequenti della stitichezza sono rappresentate da:
- Alimentazione scarsa in fibre e liquidi
- Sedentarietà
- Obesità
- Predisposizione genetica
- Squilibri ormonali (es. ipotiroidismo)
- Gravidanza
- Effetti collaterali di farmaci (soprattutto antistaminici, diuretici e antidolorifici oppiacei)
- Sintomi secondari di malattie (es. celiachia, diabete, morbo di Parkinson, neoplasie intestinali…)
Su alcune cause della stipsi, evidentemente, è possibile fare poco o nulla mentre non bisogna lasciare niente di intentato quando il problema è dovuto ad abitudini alimentari o di comportamento sulle quali è possibile intervenire. Certo occorre una certa dose di buona volontà, ma la salute intestinale è troppo importante per essere trascurata!
I rimedi per la stitichezza
Nei casi più problematici ed acuti è possibile assumere rimedi per la stitichezza per trovare un sollievo in tempi brevi, quali ad esempio lassativi o clisteri, tenendo sempre presente che si tratta però di soluzioni una tantum che non devono diventare la regola. L’abuso di questi prodotti può infatti causare seri danni all’intestino.
È importante, al contrario, prendersi cura della propria salute attraverso strategie di lungo periodo. Ciò è possibile adottando rimedi per la stipsi e buone abitudini quotidiane, non solamente per conquistare la tanto agognata regolarità intestinale, ma anche per stare meglio con il proprio corpo, evitando la fastidiosa sensazione di gonfiore e pesantezza che spesso non dà tregua a chi soffre di questi problemi.
Ecco quali strategie adottare per combattere la stitichezza:
- Adottare un’alimentazione variata e bilanciata, in cui le fibre siano abbondanti
- Bere adeguate quantità di liquidi ogni giorno (almeno un paio di litri)
- Mangiare regolarmente senza saltare i pasti
- Masticare bene e deglutire il cibo con calma
- Abbinare alla propria alimentazione il consumo di probiotici
- Svolgere un’attività fisica aerobica regolare (es. camminata, step, jogging…) di mezz’ora continuativa per almeno 3-4 volte alla settimana, senza trascurare gli esercizi per gli addominali che stimolano la peristalsi
- Assecondare appena possibile lo stimolo a defecare
Meglio evitare, invece, queste cattive abitudini che favoriscono la stipsi:
- Saltare i pasti o mangiare frettolosamente
- Consumare cibi fritti, pesanti o molto grassi che rallentano la digestione
- Assumere integratori a base di fibre senza adeguati quantitativi di acqua
- Ricorrere eccessivamente ai lassativi
- Consumare eccessive quantità di alcolici
- Trascurare lo stimolo della defecazione
In genere se si incrementano i consumi di fibre e l’attività fisica, abbinando alla propria alimentazione anche dei fermenti lattici, nel giro di qualche settimana è possibile assistere ad una riduzione dei sintomi. Tuttavia se il problema persiste e non si osservano miglioramenti, vale sempre la pena di sentire il parere del proprio medico.
Le conseguenze della stipsi cronica
Se trascurata o sottovalutata, la stipsi cronica può evolversi nel tempo sino a portare a conseguenze negative di varia natura. Eccole:
- Emorroidi
Sono senz’altro il più diffuso problema di salute associato alla stitichezza: le feci, voluminose e compatte, durante la fase di espulsione sfregano contro i cuscinetti emorroidari che, magari già gonfi per via dell’accumulo di sangue, danno origine a dolori acuti e perdite di sangue di colore rosso vivo. Successivamente è possibile avvertire un dolore sordo per qualche tempo dopo avere defecato, abbinato ad una fastidiosa sensazione di gonfiore.Se non si cerca sin da subito di adottare dei rimedi per le emorroidi basati sul contrasto della stipsi, è possibile andare incontro a una cronicizzazione del problema e ad un suo aggravamento rappresentato dalla fuoriuscita dei cuscinetti (prolasso) dalla loro sede naturale: arrivati a questo punto, probabilmente l’unico modo per tornare alla normalità sarà sottoporsi ad un intervento alle emorroidi.
- Ragadi anali
Purtroppo anche stitichezza e ragadi anali sono legate a doppio filo: le feci dure e consistenti tipiche di chi soffre di stipsi possono arrivare ad essere talmente voluminose e difficili da espellere da far dilatare lo sfintere anale oltre le sue capacità; la conseguenza inevitabile è una lacerazione. Lo sfintere è normalmente caratterizzato da una notevole elasticità ma a tutto c’è un limite e non è perciò infrequente che, in caso di stitichezza, le ragadi facciano la loro comparsa portando con sé il loro spiacevole carico di dolore e bruciore. Nello specifico si tratta di tagli che si formano a livello delle pliche raggiate dello sfintere, piccoli ma estremamente dolorosi, che data la particolare conformazione della zona sono di difficile guarigione.La cicatrizzazione di una ragade purtroppo è ostacolata anche dalla periodica sollecitazione a cui va incontro lo sfintere ogni volta che si evacua, che tende a far riaprire il taglio; così può accadere che anche una piccola lacerazione impieghi una o più settimane per riuscire a guarire definitivamente.
- Incontinenza fecale
Quando la stipsi è un fenomeno cronico è possibile che nella parte terminale del retto si formino ammassi di feci che, più a lungo rimangono nell’intestino, più difficili sono da espellere dal momento che l’acqua viene progressivamente riassorbita. Queste feci dure e disidratate prendono il nome di fecalomi ed è possibile che altre feci liquide, arrivando in prossimità di tali ostruzioni, riescano a passarvi intorno e a dare origine a fenomeni di incontinenza fecale. In questo caso è possibile risolvere il problema nell’immediato attraverso dei clisteri che vadano ad eliminare la massa fecale compatta; meglio però sempre rivolgersi al medico per un consulto, dal momento che alcuni casi di fecaloma necessitano di un trattamento ambulatoriale.