Emorroidi e sesso anale: ecco come comportarsi

Per parlare con serenità di questo argomento così delicato, poiché attinente alla propria sfera privata, bisogna innanzitutto sfatare un mito: praticare sesso anale non fa venire le emorroidi secondo un rapporto causa-effetto. Altrettanto vero è che, tuttavia, nel caso di una predisposizione fisica innata questo genere di rapporti può favorire la comparsa di disturbi emorroidari e il loro aggravarsi col passare del tempo. Ecco perché è bene sapere che ridurre al minimo le eccessive sollecitazioni fisiche a livello delle emorroidi rappresenta il primo, fondamentale passo per evitare gonfiori e sanguinamenti. Via libera dunque all’impiego di prodotti lubrificanti specifici che consentano di ridurre il rischio di infiammazioni, e il cui utilizzo è caldamente consigliato sia alle persone con orientamento omosessuale che eterosessuale.

Nonostante le accortezze messe in campo, tuttavia, dei problemi di natura emorroidaria potrebbero manifestarsi ugualmente; ecco come comportarsi in caso di:

  • Emorroidi sintomatiche: dolore, prurito ed infiammazione sono importanti campanelli d’allarme che non vanno sottovalutati ma, anzi, tenuti in debita considerazione. Nel corso di questa fase acuta è bene astenersi dai rapporti anali, poiché questi potrebbero determinare un peggioramento dei sintomi
  • Emorroidi di I grado: quando le strutture anatomiche si trovano ancora nella loro sede naturale, ma risultano visibili alla proctoscopia, è bene avere rapporti solo con l’impiego di lubrificanti. Il medesimo consiglio vale anche per chi ha sofferto in passato di emorroidi, e vuole evitare che il problema torni a manifestarsi
  • Emorroidi di II grado e superiori: in caso di prolasso delle emorroidi bisogna astenersi dai rapporti di tipo anale, soprattutto quando i sintomi sono acuti, e va seriamente preso in considerazione un trattamento ambulatoriale o chirurgico

In quest’ultimo caso deve essere il medico curante a consigliare l’approccio più adatto, e fra i vari tipi di interventi a disposizione del paziente si segnala innanzitutto l’emorroidopessi con suturatrice meccanica. Questo approccio prevede la riduzione del prolasso tramite l’asportazione di piccole aree di mucosa rettale, suturata poi con piccolissime graffette in titanio. Per quanto efficace in sé l’intervento non è pienamente consigliato a chi desidera continuare ad avere rapporti anali anche in futuro, poiché le microclip possono causare lesioni al partner.   Nell’ottica del mantenimento delle proprie abitudini sessuali, è invece preferibile un intervento di diversa natura come ad esempio la dearterializzazione emorroidaria transanale (“metodo THD”). Mediante questo approccio mini-invasivo, le arterie che portano sangue alle emorroidi vengono legate interrompendo completamente il flusso di sangue. Di conseguenza queste strutture anatomiche non si gonfieranno né sanguineranno più, il tutto senza alcuna controindicazione nei confronti dei futuri rapporti anali.

Alla luce delle caratteristiche e dei decorsi postoperatori di questi due tipi di intervento, dunque, è bene informare preventivamente il proctologo dei propri orientamenti o abitudini sessuali: solo così il medico potrà proporre il trattamento più efficace, in linea con lo stile di vita che il paziente desidera mantenere.