Molti di noi hanno sofferto di emorroidi, e molti di noi le hanno trascurate, a volte con troppa incoscienza. E’ vero che le emorroidi in sé non sono nulla di particolare, ma è pur vero che sono il sintomo che qualcosa non va, che l’organismo soffre.
Quel fastidio, quel bruciore, a volte può essere una condizione solo temporanea, a volte può diventare un problema più serio e grave. C’è da dire che quando vediamo uscire un po’ di sangue dall’ano, magari ci preoccupiamo troppo perché abbiamo paura possa essere un tumore; invece si tratta solo di emorroidi.
Ma le complicanze possono arrivare alla formazione di una trombosi emorroidaria, ovvero un coagulo sanguigno, un trombo all’interno delle emorroidi. E’ una complicanza tipica delle emorroidi esterne. Si tratta invece di una complicanza minore se si parla di emorroidi interne.
Gli studiosi non sono ancora arrivati a individuare con certezza una causa o delle cause per l’insorgenza di questo tipo di trombosi; tuttavia sono stati elencati alcuni fattori di rischio che possono generare, o contribuire a generare, questa patologia. Essi sono: stitichezza, diarrea cronica, alimentazione sbagliata, abuso di alcol, abuso di nicotina, gravidanza, abuso di lassativi, eccessiva sedentarietà, eccessivi sforzi fisici.
Insomma, di tutto un po’. Vale a dire che tuttora si brancola un po’ nel buio. I sintomi della trombosi emorroidaria sono un dolore decisamente maggiore, e così pure un prurito maggiore a quelli già presenti nella condizione emorroidaria. C’è poi sovente un sanguinamento anale e si nota una sorta di tumefazione rossa e blu nella zona perianale. La diagnosi è abbastanza semplice; basta recarci dal nostro medico di famiglia e la trombosi emorroidale, se presente, sarà diagnosticata con facilità e senza bisogno di alcun tipo di analisi. Se esterna, ovviamente.
Per quel che riguarda la terapia, in verità esistono diversi approcci al problema. Un approccio conservativo, che prevede il bidet più volte al giorno con acqua tiepida; cercare di non sforzarsi troppo durante l’evacuazione; bere molta acqua; una dieta ricca di fibre, un buon antidolorifico se necessario. Tutto questo può essere molto utile se la diagnosi è precoce.
Altrimenti c’è bisogno della trombectomia emorroidaria, che si realizza attraverso una piccola incisione dove risiede il trombo. Di solito la soluzione è molto efficace ma, naturalmente, possono anche verificarsi ricadute.
Da ultimo, come caso estremo, c’è la emorroidectomia, vale a dire l’intervento vero e proprio di chirurgia che comporta l’escissione delle emorroidi, con un recupero che va dalle 2 alle 4 settimane e una fase post-operatoria decisamente sgradevole e dolorosa.
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